Il biologico ad inizio filiera: il punto di vista di Motella Bassa

Motella Bassa è un’azienda agricola con allevamento di bovini, conferente latte bio certificato “Latte Fieno STG” a Ca’ Verde. Nata negli anni ’60 dai fratelli fondatori Bruno e Silvano Cauzzi, nei decenni successivi l’ottima gestione dell’allevamento ha portato ad un notevole incremento di capi di bestiame passando dai 40 capi, agli attuali 110 esemplari in mungitura a stabulazione libera.
Oggi la società è condotta, oltre che da Bruno e Silvano, anche dai rispettivi figli, Fabio e Matteo Cauzzi, fautori della trasformazione di Motella Bassa in un allevamento biologico, che ci hanno dato il loro punto di vista riguardo la gestione di un’azienda Biologica a tutti gli effetti.

Motella Bassa è una Società Agricola che produce latte biologico. Quali sono state le esigenze che vi hanno spinto ad intraprendere questa strada?
Alla base di tale cambiamento vi è stata la necessità di adattare la concezione e la gestione del nostro allevamento ad una visione più attenta dell’etica dell’attività. Una volta verificata la sostenibilità economica del progetto, il processo di conversione al Biologico è subentrato in modo più naturale grazie anche all’aiuto della Dottoressa veterinaria di Comazoo, Sujen Santini.
L’aspetto determinante che ci ha fatto propendere per il passaggio al biologico, circa 5 anni fa, fa è nato dalla nostra convinzione di voler abbandonare un tipo di attività volta a massimizzare le produzioni nel breve periodo, a favore di una maggiore sostenibilità legata a fattori di imprescindibile importanza quali il benessere dell’animale e l’ecosostenibilità.
Riteniamo infatti che i vincoli previsti per la certificazione bio non debbano essere visti come limitazioni, bensì come leve su cui fondare la sostenibilità nel tempo della nostra attività produttiva.
Il pregio principale del Biologico ricade infine sul prodotto finale, in quanto il biologico è una certificazione di tutto il processo produttivo, garantendo il non utilizzo di sostanze di sintesi nella produzione vegetale ed il divieto di profilassi con antibiotici nell’allevamento.


Qual è l’impatto di un allevamento biologico con certificazione “Latte Fieno STG” sulla salute degli animali?
Come precedentemente accennato il benessere degli animali riveste un ruolo fondamentale per noi al di là delle certificazioni. Con “Latte Fieno STG” non abbiamo fatto altro che ufficializzare, di fatto, uno step che è già stato intrapreso con la conversione al biologico. Sin dal principio sono stati eliminati gli insilati nella fase produttiva a favore di foraggi secchi di erba medica e miscugli foraggeri, per avere prodotti di alta qualità e digeribilità. Questa scelta è decisamente più consona alle caratteristiche etologiche dei bovini in quanto ruminanti.
I pregi che conseguono da questa alimentazione sana e diversificata si vedono innanzitutto nella qualità del latte prodotto; inoltre, l’utilizzo di farmaci terapeutici per il bestiame è diminuito notevolmente in allevamento, a testimonianza di un incremento considerevole del livello generale di salute da parte degli animali.

In che modo la vostra impresa si incontra con il tema, sempre più attuale e centrale nel settore alimentare, di ecosostenibilità?
La trasformazione dell’azienda da convenzionale a biologica è stata per noi una tappa fondamentale anche sotto un profilo di ecosostenibilità.
Con l’eliminazione in toto del mais insilato è variato notevolmente il tipo di rotazioni agronomiche indispensabili sia da disciplinare del biologico, sia dalla necessità di mantenere (ed aumentare) la fertilità del terreno.
L’applicazione delle normative riferite alle rotazioni delle colture permette alla terra di rigenerare naturalmente tutte le sostanze di cui ha bisogno per mantenere fertilità e capacità produttiva, evitando forzature (monocolture) che, nel corso degli anni, ne impoveriscono inevitabilmente il contenuto.
Per concludere si vogliono citare le parole della Dott.ssa Santini che spiega come il biologico sia, di fatto, “una multiproduzione in grado di sfruttare importanti punti di contatto tra feed e food per raggiungere la sostenibilità economica dell’impresa. In questi casi è fondamentale saper cogliere tutte le opportunità che si prospettano tramite certificazioni che, a loro volta, presuppongono strutture adeguate, capacità di gestione, corretta alimentazione e soprattutto, una cultura di pensiero orientata al modo di agire.”

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